Storia, tradizione e istruzioni per l’uso
Astronomi e religiosi sono stati riuniti a lungo, al Centro Astronomico Internazionale de La Mecca, ma la luna nuova, il primo aprile, da questa parte del mondo non si è proprio vista. E, usare il telescopio, non vale!
Perché il mese sacro ai musulmani possa ufficialmente iniziare, infatti, la nona luna dell’anno islamico deve essere chiaramente visibile a occhio nudo, e se oggi non lo è ancora, significa che il Ramadan inizierà domani, “29 Shaaban, anno 1443”. O, come lo chiamiamo noi, 2 aprile 2022.
Dal momento che, quello islamico, è un calendario lunare, ogni anno il Ramadan comincia circa undici giorni prima rispetto a quello precedente, spostandone dunque le celebrazioni di stagione in stagione nell’arco degli anni.
Il nome Ramadan deriva dall’arabo “Ar-ramad”, “caldo torrido”: i musulmani credono che, nell’anno 610, l’Arcangelo Gabriele sia apparso al Profeta Maometto e gli abbia rivelato il Corano come “guida per gli uomini di retta direzione e salvezza” (sura II, v185), durante la “notte del potere” o “Laylat Al Qadar”. Per commemorare l’instancabile lavoro di Maometto, che sfruttava ogni momento di luce, privandosi di ogni distrazione, senza fermarsi nemmeno per mangiare né bere, i musulmani adulti, durante questo mese, digiunano dall’alba al tramonto (oltre che i bambini, sono esentati gli anziani, i malati e le donne incinte).
Negli Emirati Arabi la tradizione vuole che a metà del mese di Shaaban (quello che precede il Ramadan), nel giorno conosciuto come “Hagg Al-Layla” i bambini si vestano con i loro abiti migliori e vadano di casa in casa, nel loro quartiere, cantando e recitando poesie. I vicini danno loro il benvenuto con dolci e frutta secca che i bimbi raccolgono in una borsa apposita.
Durante il Ramadan i musulmani aspirano a crescere spiritualmente e a rafforzare il loro rapporto con Allah. Lo fanno pregando e recitando il Corano, mantenendo il loro cuore puro, rendendo le loro azioni altruiste, astenendosi da liti, discussioni, bugie, ma anche da pettegolezzi.
I pasti sono un’opportunità per incontrarsi e riunirsi con familiari e amici, un po’ come facciamo noi a Natale: la colazione, (“Suhoor”) , si consuma prima che sorga il sole ed è seguita della prima preghiera della giornata, “Fair”, mentre la cena (“Iftar”), spezza il digiuno subito dopo la preghiera del tramonto, “Maghreb”.
Dal momento che Maometto interrompeva il suo digiuno con datteri e un bicchiere di acqua, questi frutti sono un cibo che non manca mai sulle tavole dei fedeli, né al suhoor che all’iftar: ricchi di nutrienti e facili da digerire, infatti, forniscono al corpo zuccheri “buoni” dopo una luna giornata di digiuno.
Ma il Ramadan non è solo astensione da acqua, cibo e rapporti sessuali durante il giorno, e grandi abbuffate di sera: uno degli aspetti fondamentali del mese sacro, infatti, è quello della carità verso i meno fortunati: fornire buon cibo a chi non se lo può permettere, abiti e accessori è pratica comune nel mondo arabo in generale e negli Emirati in particolare. Il Governo e le fondazioni governative (Red Crescent Authority e Khalifa bin Zayed Al Nahyan Foundation) ogni anno allestiscono tende in varie parti del Paese per offrire Iftar ai residenti indipendentemente dalla loro nazionalità, stato sociale e religione (non bisogna essere musulmani per accedervi); mentre molte organizzazioni sia pubbliche che private distribuiscono scatole di cibo, datteri e acqua a moschee e centri commerciali subito prima dell’orario dell’Iftar.
Dopo l’ultimo giorno di Ramadan i musulmani festeggiano “Eid Al Fitr”, tre giorni di festa per la rottura del digiuno: si prega insieme, si mangia, ci si scambiano doni e si rende omaggio ai parenti deceduti.
I non musulmani, residenti o turisti a Dubai, sono sempre invitati a partecipare agli Iftar e alle varie iniziative di beneficenza. Negli anni, le restrizioni una volta presenti si sono molto ammorbidite: adesso quasi tutti i ristoranti, i bar e i caffè sono regolarmente aperti (dall’anno scorso non sono nemmeno più obbligatori i tendoni neri alle finestre, che impedivano la vista degli avventori), ma continua a vigere il divieto di mangiare e bere in pubblico (strada, spiaggia, parchi…) e viene richiesto di indossare un abbigliamento “modesto” che copra spalle e ginocchia.
Gli orari di scuole e di uffici sono generalmente ridotti e in città si respira un clima di tranquillità e generale serenità. Ma attenzione a mettersi alla guida nel tardo pomeriggio: gli incidenti stradali, soprattutto nei primi giorni di ramadan, potrebbero aumentare per via della spossatezza.
Di contro, vengono spesso garantite amnistie, scontate le multe stradali e negozi e centri commerciali offrono sconti, saldi e offerte imperdibili.
Ramadan Kareem a tutti.

Benedetta Pasero vive a Dubai dal 2012. In Italia è stata giornalista e autrice. Nel 2014 ha dato vita all’associazione “One day Sofia… – Ricerca senza confini per la cura della Sindrome di Rett” oggi “InvertiRett”, che raccoglie fondi da destinare alla Ricerca Scientifica per curare la malattia di cui è affetta sua figlia. Nel 2015 è stata eletta come membro del Co.Mit.Es della circoscrizione di Dubai e gli Emirati del nord, per il quale, fino a dicembre 2021, fine naturale del mandato, ha curato comunicazione e canali social. Collabora con un’agenzia di stampa italiana e diversi siti di informazione.