Per tutti quelli che mi hanno chiesto spiegazioni in merito: ecco cos’è e come funziona il periodo del #Ramadan
Ramadan è il mese sacro per i musulmani che celebra la rivelazione del libro sacro. Sono 29 o 30 giorni dedicati alla preghiera, al raccoglimento e al digiuno (che simboleggia e accompagna la purificazione spirituale) nelle ore diurne.
L’inizio previsto quest’anno è il 24 aprile, il termine il 23 maggio (le date potrebbero variare).
Ogni anno anticipa di una decina di giorni (ossia la differenza fra il calendario lunare seguito dai musulmani e quello solare).
Come sempre in caso di celebrazioni islamiche, le date effettive sono comunicate 24 ore prima e sono soggette all’avvistamento della luna nuova dal comitato religioso designato, seguendo i dettami del Corano in una tradizione che, anche se fa sbuffare molti per l’incertezza sulle date specialmente in ambito lavorativo, ha ancora un suo fascino evocativo: è sempre bello per me immaginare questi “vecchi saggi” che si raccolgono su una duna nel deserto, nel silenzio e al buio sotto le stelle, per studiare i cielo.
Tranne l’Oman e l’Iran che effettuano l’avvistamento per proprio conto (a volte con differenze di giorni quanto meno singolari), gli altri paesi che si affacciano sul Golfo, seguono l’Arabia Saudita così come tutti i paesi ad essa limitrofi.
Hilal è il primo spicchio di luna che segna l’inizio del mese: per questo motivo, insieme alle lanterne e ai datteri (che con il latte costituiscono il primo “rompi-digiuno” tradizionale), la luna fa parte dell’iconografia classica e romantica del mese sacro.
L’elemento principale del Ramadan che colpisce i non musulmani è il concetto del digiuno, ma sarebbe meglio parlare di astinenza: astinenza dal bere, dal mangiare, dal fumare, dal masticare gomme, dal lasciarsi andare a comportamenti maleducati o sguaiati, dal danzare e dal suonare o riprodurre musica e dall’indossare abiti poco discreti in luoghi pubblici o visibili al pubblico, dall’alba al tramonto (propria automobile inclusa).
Nei paesi del Golfo, a differenza di molti altri paesi a maggioranza islamica, questa astinenza è un vero e proprio obbligo di legge per tutti indipendentemente dalla religione, il mancato rispetto del quale può mettere in guai piccoli e grandi.
A Dubai, con le dovute accortezze, questa restrizione non è così terribile. Diversi ristoranti muniti della debita licenza continuano a servire cibo da portar via o da mangiare sul posto dietro la protezione di tende nere. Dal digiuno in pubblico sono esentati i bambini, le persone con problemi di salute, le donne incinte, i viaggiatori e gli anziani. È comunque opportuno ricorrere sempre alla massima discrezione anche quando si rientra nelle categorie esentate.
Nei giorni di Ramadan, gli uffici statali e parastatali svolgono orario ridotto, tipicamente fino all’ora di pranzo; tale orario ridotto è stato di recente esteso anche agli uffici privati, ma di fatto quasi nessuno lo applica o lo concede solo al personale musulmano. In molti uffici sono presenti aree ristoro chiuse e protette nelle quali i non musulmani possono mangiare e bere.
Nella maggioranza delle moschee sono allestiti Iftar (il pasto di rottura del digiuno) gratuiti e in generale sono molte le offerte gratuite di cibo e acqua per i meno abbienti da parte di organizzazioni benefiche o semplici cittadini (la generosità verso i meno fortunati è un altro elemento molto importante di questo periodo, anche e soprattutto nella forma di piccoli gesti quotidiani).
È da tener presente che chi osserva il digiuno in modo stretto è sottoposto a uno stress particolare, non tanto per il mangiare quanto per il bere (soprattutto in estate) e soprattutto il fumare per chi è un fumatore: nonostante il Ramadan sia il mese della fratellanza e della tolleranza, è possibile riscontrare un certo nervosismo in giro, soprattutto per strada, in particolare modo il pomeriggio: quindi chi guida e non può evitare di spostarsi in questa fascia oraria deve prestare la massima attenzione.
I malls prolungano l’orario nelle ore serali, fino anche alle 2 di notte, e i negozi propongono spesso prezzi ridotti. Al tramonto poi scatta l’ora dell’Iftar che è un vero e proprio evento sociale e culinario insieme al Suhur che è l’ultimo pasto prima dell’alba e quindi prima dell’inizio dell’astinenza. Spesso anche gli incontri di lavoro si incentrano in queste occasioni e non c’è da sorprendersi di essere invitati a una “colazione all’alba” in questo periodo.
Da non musulmana io vedo il Ramadan come una sequenza simile al nostro Natale (di magro o di astinenza per i più osservanti), una festa vera e propria nella quale ci si riunisce con amore e calore con familiari e amici stretti, ripetuta per tutte le giornate del mese.
Essere invitati a un Iftar o a un Suhur in casa da parte di una famiglia credente e osservante, local o no, è un’esperienza molto bella, non solo per il cibo ma appunto proprio per il senso di accoglienza e convivialità. Per gli altri è un periodo nel quale l’Iftar quotidiano si sostituisce al brunch settimanale, il che può ben compensare i piccoli disagi del giorno.
Non dimenticate di augurare ai vostri amici e conoscenti musulmani un Ramadan felice e benedetto: è infatti buona usanza augurare ai fedeli musulmani che stanno rispettando il digiuno “Ramadan Kareem”, che significa “Ramadan è generoso”, nel senso “ti auguro di ricevere di più di quello a cui hai rinunciato”, cioè beni spirituali e benedizioni.
La risposta a questo augurio è “Allah u akram” che significa “Allah è più generoso”.

CEO di Outstanding Life International FZC. Dopo aver scoperto e analizzato l’enorme potenziale economico che aveva il Medio Oriente ha creato Outstanding Life International, un servizio dedicato a professionisti ed imprenditori alla ricerca di nuove opportunità di sviluppo che vogliono avviare (o trasferire) un’attività negli UAE. Ha aperto il mercato degli Emirati Arabi Uniti al resto d’Europa ed ha aiutato centinaia di persone a cogliere facilmente questa opportunitá.